Tolentino, la genuinità dell'entroterra marchigiano

Nel cuore delle Marche, presso la valle del fiume Chienti, Tolentino aspetta visitatori curiosi di immergersi nelle sue meraviglie. 

Dall'Antica Romana all'Unità di Italia
Come molti altri agglomerati urbani del centro Italia di questo tipo, nasce da un insediamento romano dell'area picena per poi diventare Comune nell'Alto Medioevo estendendo la sua influenza ai castelli limitrofi.
Per un breve periodo la Città appartiene agli Sforza per poi passare definitivamente sotto la giurisdizione.
La zona cittadina è ancora per larghi tratti delimitata dalle mura duecentesche che svettano imponenti sulla vallata. La tipica pianta comunale medievale conserva tutt'ora numerose meraviglie nelle sue piazze e soprattutto fra i vicoli.
Un Borgo da scoprire comodamente passeggiando.
Una piccola area cittadina che consente di essere esplorata con calma e comodamente a piedi. Molti gli scorci antichi ancora intatti. I pratici parcheggi appena fuori il centro abitato permettono di partire facilmente alla volta dell'esplorazione del Centro storico. 

La Basilica di San Nicola
Dedicata al frate agostiniano vissuto nella seconda metà del 1200 e che divenne Santo per le sue capacità taumaturgiche. Un santuario che vede gli albori della sua costruzione agli inizi del 1300, già prima della morte del Santo, ma arriva alla sua massima estensione nella metà del 1400.
Testimonianze pittoriche e architettoniche di questi secoli si ritrovano in tutto il complesso: dalla facciata in travertino al portale, che mescola gli stili gotico e rinascimentale, dal chiostro agostiniano più antico d'Italia agli affreschi devozionali.
La Basilica è stata riaperta nel 2018 dopo che il terremoto del 2016 l'aveva resa inagibile.
La tranquillità che regna in questo luogo è una delle massime espressioni della serenità che avvolge tutto il Comune e che permette un'osservazione rilassante al visitatore in cerca di un completo ma attraente relax.
Come ogni altro territorio appartenuto al regno pontificio del centro Italia, Tolentino ospita numerose luoghi di preghiera degni di interesse, che oltre alla fede degli abitanti raccontano lo scorrere del tempo attraverso gli stili artistici della propria epoca:

  • Duomo di San Catervo (patrono della Città)
  • Chiesa di San Francesco (stile romanico-gotico)
  • Chiesa del Sacro Cuore (stile romanico-gotico)

Il Teatro Nicola Vaccaj
Calandosi ancor più nella realtà tolentinate, si distingue una tra le costruzioni più ammirevoli. È della seconda metà del 1700 la progettazione e la realizzazione del Teatro Nicola Vaccaj, inaugurato proprio il giorno in cui il Paese festeggia il suo Santo (10 settembre 1997). A oggi questo edificio si presenta al di fuori con decorazioni neoclassiche e con scene mitologiche che ne delineano i palchi al suo interno. Il palco è stato calcato da diverse celebrità del passato come la musa di Gabriele d'Annunzio, Eleonora Duse, e Pietro Mascagni.
Nel 2018, dopo un restauro durato un decennio (dovuto a un incendio divamapto nel 2008), riapre le sue porte alla comunità, rendendo così possibile ammirarne il prestigio.

La Leggenda del Ponte del Diavolo
Mescolando dottrina religiosa e leggenda, fa parlare di sé, sin dalla sua erezione nel 1268, il Ponte del Diavolo, sul fiume Chienti, il cui mito ne fa risalire il nome all'accordo tra il costruttore, Mastro Bentivegna e il signiore degli inferi. La costruzione del ponte sarebbe stata talmente importante per Tolentino che il costruttore in difficoltà si rivolse a un'anziana signora, la quale gli prestò un libro di magia nera con cui il Mastro evocò l'essere fatale: il demonio in cambio del suo aiuto avrebbe chiesto in cambio l'anima del primo passante. Il Mastro, pentitosi, chiese aiuto a San Nicola, il quale si presentò all'inaugurazione con un cagnolino al guinzaglio: lanciata una forma di formaggio il cane si affrettò a rincorrerla e il diavolo, avvertita la presenza di un essere vivente lo catturò ancor prima di accorgersi di essere stato raggirato.

Il Castello della Rancia
Irrinunciabile durante la scoperta di questi luoghi suggestivi del contesto tolentinate è la visita al Castello della Rancia, a 7 kilometri dal Paese e alla sinistra del fiume Chienti, lungo la via Lauretana.
Questa affascinante costruzione fortificata, di valore storico e architettonico, si erge maestosa nel panorama marchigiano con le sue caratteristiche torri angolari, le particolari merlature ed il mastio (nucleo originario) che si innalza per circa 30 metri.
Tale imponente complesso, eretto nel XIV secolo su una precedente edificazione a opera dei monaci cistercensi, deriva il suo nome dal termine “grancia” (granaio), sua funzione primaria. Fu per volere del capitano generale della Chiesa nella Marca, Rodolfo II da Varano, che il complesso si trasformò da semplice magazzino in fortificazione, poiché egli ne intese l'importanza strategica a difesa della valle del Chienti.

La Leggenda di Rodolfo II da Varano
Ancora la leggenda si rende protagonista di questi paesaggi incantati: si narra che Rodolfo abbia murato viva all'interno del castello proprio sua moglie. Non se ne hanno testimonianze certe, ma tutt'ora il mistero aleggia per i corridoi.

Rievocazione storica della Battaglia della Rancia
Per incantare ogni sorta di spettatori, ogni tre anni, l'evento che attira visitatori da molti paesi vicini è la rievocazione storica della Battaglia della Rancia, svoltasi tra il 2 ed il 3 maggio 1815, in cui gli austriaci (comandati dal generale Bianchi) sconfissero Gioacchino Murat, Re di Napoli, che tentava di unificare l'Italia: è considerata la prima battaglia del Risorgimento italiano.
Ad ogni ricorrenza ardimentosi figuranti in abiti storici provenienti da tutta Europa ridanno vita alle suggestioni ottocentesche: il 2021 ospiterà la prossima celebrazione.
Il castello è sede anche dell'importante museo Civico Aristide Gentiloni Silverj e dell'esposizione della Compagnia Teatrale della Rancia ed è scenario, durante tutto l'arco dell'anno, di altre numerose manifestazioni culturali. 

MIUMOR, il Museo dell'umorismo nell'arte
Seguendo sulla scia dei musei, nel valore più coinvolgente ed allegro di tali luoghi, lo spirito  si rianima grazie al MIUMOR, il Museo dell'umorismo nell'arte, voluto nel 1970 da Luigi Mari, medico, artista ed ex sindaco del paese. Un tempio artistico che vanta la presenza di opere di celebri artisti.

Enogastronomia a Tolentino: Sapori e Saperi Antichi
Oltre allo spirito anche il corpo può ricevere conforto grazie alle numerose attività enogastronomiche che animano la vita di paese. Aromi e sapori tipici delle Marche vengono ben espresse dalla cultura rurale dei ristoratori e dei gestori di agriturismi che offrono prodotti semplici e genuini a chi avrà la fortuna di addentrarsi per queste terre ancora poco note al grande pubblico.

Il terremoto del 2016 ha messo a dura prova tale realtà dell'entroterra marchigiano, ma ad oggi la maggior parte delle attività, culturali e non, ha ripreso a pieno le sue normali funzioni.