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"I Passi Azzurri" di Micaela, alla scoperta delle meraviglie dell'Appennino

Micaela insieme a Roberto (suo marito), a Tonino e a Barbara, ha affrontato tutte le tappe del Cammino dei Passi Azzurri. L’intero itinerario è parte del progetto Rinascimento Appennino, che ha come obiettivo principale quello di rilanciare il turismo nel territorio dell’Unione Montana dei Monti Azzurri, composta da 15 comuni della Provincia di Macerata inseriti nel “cratere” del terremoto.

Il progetto prevede la realizzazione di piattaforme multimediali georeferenziate e aggiornate con contenuti interattivi, collegate ad un nuovo database pubblico attraverso il quale è possibile monitorare lo stato di agibilità e fruibilità di tutti gli edifici storici e di interesse turistico del territorio. Il Cammino dei Passi Azzurri unisce idealmente e materialmente con le sue tappe tutti i luoghi interessati dal progetto: abbiamo quindi realizzato una breve intervista con Micaela per farci raccontare l’ esperienza che passo dopo passo l’ha portata alla scoperta del territorio del maceratese.

Le abbiamo chiesto di raccontare la sua esperienza.

Come avete conosciuto il progetto Passi Azzurri?
Siamo venuti a conoscenza dei Passi Azzurri attraverso i social, ma mi aveva parlato del progetto Giampiero Feliciotti Presidente dell’Unione Montana.

Che cosa vi ha spinto ad affrontare questo tipo di percorso? 
Siamo stati spinti dalla curiosità di conoscere i nostri posti, i luoghi in cui viviamo, che ci sono molto vicini ma che sostanzialmente a volte sono meno frequentati e conosciuti di altre mete più lontane che invece vengono scelte più spesso.

Ci raccontate in breve come si è svolto il Percorso?
Abbiamo organizzato il tour a tappe esattamente come lo propone il sito “Passi Azzurri”. Ogni domenica che era il nostro giorno libero abbiamo affrontato una tappa, siamo partiti in due e siamo arrivati in quattro perché poi amici e familiari si sono aggiunti, ed è stata una bellissima esperienza che promuovo anche tra le conoscenze, perché ci ha permesso di conoscere queste bellissime zone e questi bellissimi borghi arroccati anche su colline e abbastanza sperduti.

Cosa vi ha colpito di più?
Ci ha colpito il paesaggio e lo ha fatto nonostante noi siamo “Indigeni” e quindi siamo nati in questi posti, però poi con i suoi colori e con le sue sfumature impressionano chi li vive.

Pensate che questo possa essere il turismo del futuro?
Sicuramente questo tipo di turismo può aiutare questi luoghi, considerando quanto il terremoto ha danneggiato questi borghi e le nostre bellezze. Credo che proprio questo tipo di turismo possa essere considerato un’occasione da non perdere, considerando la meraviglia di un paesaggio che non ha nulla da invidiare ad altri luoghi più famosi e conosciuti
Quindi se avete altre idee e altri progetti da proporre noi saremo felicissimi di sperimentarli! 
Un saluto, Micaela

Noi ringraziamo Micaela e c’è da sottolineare come nelle sue parole troviamo esattamente rispecchiato l’obbiettivo del nostro progetto. Far conoscere quanta bellezza, quanta grazia, quanta meraviglia esiste a due passi da noi. Se solo abbiamo la pazienza di andare a scoprirla.

Foto di Micaela e Roberto.

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Serrapetrona, un percorso tra storia e vigneti

Panorama Marchigiano Rigoglioso

Placido paese dell'entroterra, a fianco del torrente Cesolone, Serrapetrona racchiude in sé molteplici possibilità di una scoperta territoriale davvero appassionante.
La dicitura longobarda “serra, indicante un abitato fortificato con finalità di difesa della valle, appunto “Petrona” (di pietra), designa questo borgo medievale della provincia di Macerata allungato sul declivio di una modesta altura e situato fra alti colli verdeggianti.
In ragione della suggestiva posizione, il rigoglioso panorama che lo circonda lascia davvero senza fiato.
Queste prime motivazioni preludiano un'entusiasmante partenza alla scoperta di questi luoghi, per altro facilmente accessibili in quanto distano soltanto sei chilometri dalla superstrada Civitanova-Foligno.

I Luoghi di Culto e le Opere Artistiche di Serrapetrona
Nel cuore del paese, la Chiesa e il Convento di San Francesco rappresentano uno dei principali monumenti del borgo. Il complesso in stile gotico, appartenente all'architettura francescana tipicamente marchigiana ed umbra, si erge lungo la via San Francesca con la facciata rivolta verso le montagne; ha la forma di un quadrilatero con un bellissimo chiostro al centro.
Meraviglioso il capolavoro artistico custodito al suo interno: il maestoso polittico (pala d'altare) quattrocentesco dell'illustre sanseverinate Lorenzo D'Alessandro che elargisce ai turisti suggestive emozioni poiché riguarda il Mistero della Salvezza, il Cristo deposto dalla Croce e la Madonna con il Bambino.

Il Lago di Caccamo
Il comune si compone di quattro frazioni, delle quali Caccamo sul Lago è certamente la più dinamica e visitata. Infatti offre paesaggi naturalistici e gradevoli passeggiate lungo la riva del lago nonché occasione di pesca sportiva, canottaggio ed altri sport acquatici. Questa località genuinamente amena propone alle famiglie e alle comitive in visita suggestioni irripetibili altrove; diverse possibilità di benefiche e salutari passeggiate balzano agli occhi dei passanti curiosi che non si esimeranno di certo dall'intraprendere l'escursione che più li affascina.

Castel San Venanzo
Meno conosciuta ma certamente non meno importante è la frazione di Castel San Venanzo che ospita la chiesa di San Lorenzo, con pianta rettangolare, nella parete del cui abside conserva la Crocefissione, trittico attribuito al frate domenicano fiorentino e pittore Girolamo di Giovanni. In quest'area si svolge annualmente, in occasione della festa del patrono, ogni 18 maggio, il corteo storico in abiti tradizionali.
Numerose altre chiese, che spaziano dal XIII secolo fino a epoche più recenti, si trovano sia in paese (Santa Maria di Piazza, Santa Maria delle Grazie, San Giuseppe) sia nelle frazioni (Sant'Elena, San Giovanni Battista, San Giacomo etc.). 

Palazzi e Musei
Al di là del turismo religioso Serrapetrona offre altre attrazioni che sapranno incuriosirvi, come gli antichi Palazzi Nobiliari o l'originale Museo dell'Uomo, inaugurato nella metà degli anni Novanta presso un'antica Torre di Guardia del XII secolo, ospitante utensili e materiali usati nella tradizione contadina.

Vino Tipico: la Vernaccia
Sarebbe una grave mancanza non nominare il prodotto tipico per cui Serrapetrona è famosa: la sua Vernaccia D.O.C.G., vino raro ed assai apprezzato, spumante rosso naturale amabile la cui Sagra si svolge a metà agosto. Quest'uva viene coltivata e soprattutto curata lungo ripidi pendii argillosi, il cui microclima è caratteristicamente pedemontano, quindi con forti escursioni termiche, ma mitigato dall'influsso dell'Adriatico. Dunque alle bellezze storiche, artistiche e naturali si aggiungono quelle enogastronomiche di cui le eccellenti trattorie sono generose custodi, le quali sapranno soddisfare palati ghiotti di tipicità marchigiane.

Il centro storico si è salvato dalle scosse sismiche del 2016 e gran parte del comune circostante è stato restaurato, sebbene ad oggi le ferite siano ancora visibili: ordinanze comunali hanno dichiarato praticabile la maggior parte dell'intera area che è facilmente visitabile a piedi ed accessibile alle persone disabili.
In quest'ottica non è da sottovalutare la caparbietà dei serrapetronesi: questo è stato il primo comune ad aver salvato le opere d'arte ed averle esposte al pubblico in una chiesa medievale ricostruita.

Queste e molte altre sono le peculiarità che ti aspettano in questo angolo di paradiso che attende soltanto di essere scoperto e amato.

Da Serrapetrona è anche molto facile raggiungere altri borghi storici, parchi naturali, abbazie e castelli, motivo in più per farsi abbracciare dalla Città.

Cosa può offrirti Serrapetrona in sintesi

    • Natura
    • Chiese e opere
    • Lago di Caccamo
    • Castel San Venanzo
    • Palazzi nobiliari
    • Vernaccia: vino e sagra
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Sarnano, inestimabile testimone dello scorrere del tempo

Al centro di un'incantevole valle, adagiato su una modesta altura e circondato dai Monti Sibillini puoi trovare Sarnano, comune dell'entroterra maceratese che affonda le sue radici in un remoto passato e che porta su di sé la testimonianza del passaggio delle epoche.

Origini e cenni di storia

Sebbene si presenti come uno scrigno dall'aspetto propriamente medievale contenente in sé moltissime gemme preziose - di cui andremo alla scoperta - questa terra, da sempre prodiga di sorgenti, boschi e pascoli, è stata occupata già dalle popolazioni italiche pre-romane. Al di là del nome, che alcuni fanno risalire all'epoca etrusca o al massimo romana, ce lo conferma il cosiddetto “Uovo di Sarnano” o “Pietra di Terro”, un cippo ovale, probabilmente un altare pagano.

L'epoca romana ha ovviamente lasciato il suo segno soprattutto nell'architettura delle strade che percorrono l'area ortogonalmente, di cui il “Ceppo di Garulla” è dimostrazione dell'antica centuriazione.

Il periodo medievale è quello che ha lasciato l'impronta più profonda e ravvisabile del suo passaggio: Goti, Longobardi e Franchi avviano il processo feudale cui fa seguito la costruzione dei castelli da parte di varie famiglie nobili. È uno dei borghi fra i meglio conservati delle Marche, si riconoscono infatti perfettamente l'impianto del “castrum” originario, la fortificazione di mura elaborata in cerchi concentrici che dalla Pazza Alta scende fino alle edificazioni sul fondo del colle, gli ingressi e le chiese antiche. Risale a quest'epoca il soggiorno di San Francesco, passaggio tutt'ora testimoniato da diverse opere.

La storia prosegue con la nascita del Comune, grazie all'intervento della Chiesa, nella seconda metà del 1200. Da questo momento tutti i capolavori saranno ad opera della cittadinanza e dei mecenati.

Panorama

Alle spalle del borgo si stagliano i Monti Sibillini col loro omonimo Parco Nazionale. Essi si mostrano in tutto il loro splendore in una moltitudine di sfaccettature, passando dalle pareti rocciose ai pendii più dolci fino alle ampie vallate. Il susseguirsi di boschi e campi coltivati offre vivacità al paesaggio e al mutare delle stagioni queste aree si ammantano di colori straordinari e sempre seducenti.

Sono montagne ricche di vegetazione e fauna interessanti dal punto di vista naturalistico (ospitano ad esempio la specie protetta delle orchidee dei Sibillini) ma al contempo costituiscono anche un luogo incantato, gremito di creature magiche, e il regno della Sibilla: è una stupenda cornice per chi ama fare passeggiate perché costituita da ambientazioni variegate, idonee sia alle famiglie con bambini sia agli amanti degli sport.

Rigenerare animo e corpo è quindi solo una questione di scelta in questa zona.

Uno dei Borghi più Belli d'Italia

Sarnano è stato insignito della Bandiera Arancione dal Touring Club italiano non solo per la possibilità di dedicarsi allo sport o di passare un soggiorno rilassante ma anche per le sue bellezze ambientali, paesaggistiche, architettoniche ed artistiche.

Luoghi di interesse

La chiesa di San Francesco attigua al palazzo comunale è testimonianza della dedizione al Santo fondatore dell'ordine dei frati minori che agli inizi del 1200 ha trascorso due anni in questi luoghi.

Nella Piazza Alta troviamo il Palazzo dei Priori, il Palazzo del Popolo (trasformato nell'Ottocento nel Teatro della Vittoria, uno dei più bei teatri d'Italia), il Palazzo del Podestà e la cattedrale in stile romanico, ovvero la chiesa di Santa Maria.

Il Parco del Serafino, collocato proprio in pieno centro, è uno spazio multifunzione, è attrezzato con giochi per i piccoli, è collegato ai giardini comunali da percorsi pedonali estremamente sicuri ed è ottimamente illuminato anche nelle ore notturne.

Il centro è edificato pressoché interamente in pietra cotta dal tipico colore rossastro, essa rappresenta infatti l'elemento caratteristico di quasi tutti gli edifici. Di questa fattura ricordiamo fra gli altri la pinacoteca comunale, la biblioteca francescana e i musei.

Le mura sono ancora apprezzabili e Porta Brunforte accoglie i visitatori curiosi.

Scendendo lungo la valle del fiume, sotto il paese, ci sono i resti dell'Eremo di Soffiano vale a dire delle grotte che, rientrando nella montagna, sono state rifugio ascetico.

Le terme di San Giacomo, le cui acque sono estremamente pure e terapeutiche, perfezionano questa brevissima panoramica che meriterebbe altresì maggiore approfondimento.

Uniche per lo spettacolo, per gli odori e per il rumore tipico, sono infine le Cascatelle di Sarnano, dove i sensi si fondono in un'affascinante ed ipnotica sinestesia. Facili da raggiungere, rappresentano una degna conclusione della visita del borgo.

Tempo libero e sport

I percorsi che si dipanano lungo i pendii sono immersi nel verde, sia delle campagne sia delle montagne, e sono adatti per essere percorsi a piedi o in bici (per gli amanti del genere anche a cavallo).

Difatti gli amanti delle passeggiate rilassanti, come le famiglie con bambini, o gli appassionati del trekking sportivo (di ogni ordine di preparazione) trovano ognuno un luogo ideale per cimentarsi con circuiti più o meno lunghi.

Per chi invece vuole misurarsi con la bici ci sono ancora più tragitti disponibili.

È anche possibile prenotare delle escursioni in montagna con delle guide specializzate.

In inverno si passa facilmente alla vicina area di Sassotetto dove si possono praticare sport invernali.

Trovano spazio vicino alla piazza principale anche altri spazi verdi, pensati per i più piccoli, per giocare in sicurezza.

Enogastronomia

Tipicità regionali come cacciagione, salumi (tra cui il “ciauscolo” spalmabile, tipico marchigiano e riconosciuto I.G.P.), formaggi e dolci (come la crostata al torrone, con mandorle, nocciole e spezie) ti aspettano per un'esperienza tutta da gustare. Gli ottimi vini regionali nulla hanno da invidiare ai loro omologhi nazionali.

Sarnano compendia perfettamente cibo, arte e cultura. Inoltre ci sono numerosi hotel, B&B e ristoranti pronti ad accoglierti e soddisfare le tue esigenze.

Stagionalità ed eventi

Ogni periodo dell'anno è adatto per visitare questa cittadina. Il paesaggio, seppur mutevole, seduce con i suoi colori caratteristici durante il fluire di ciascuna stagione. Il tipico aspetto bianco dell'inverno non ha nulla da invidiare all'esplosione di colori della primavera, mentre la languida atmosfera autunnale fa da contraltare alla vivacità estiva.

Su tutto l'arco dell'anno sono disseminati gli eventi. Tra gli altri si possono citare la rievocazione storica del Palio del Serafino, il Castrum Sarnani e la Notte dei Folli (con musica, maschere e tanto altro).

Info terremoto

A causa del sisma del 2016, che ha colpito duramente questo paese, sono numerosi monumenti ad oggi non fruibili, suggeriamo quindi di contattare i numeri telefonici del Comune per verificare l'attuale agibilità del luogo.

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Youthquake - Tappa 8: Tolentino - Serrapetrona

Partendo da Piazza della Libertà di Tolentino siamo usciti dalla cittadina e inoltrandoci su dolci saliscendi tra le colline circostanti in direzione ovest, allontanandoci quindi dalla confusione delle principali arterie di comunicazione.
A metà percorso si inizia a salire verso Serrapetrona attraversando bellissimi boschi di castagno e sullo sfondo il Monte d’Aria.
La sera abbiamo festeggiato con dell'ottima vernaccia!

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Youthquake - Tappa 9: si conclude il Trekking dei Passi Azzurri a Camporotondo

La nona tappa del cammino dei Passi Azzurri ha riportato i giovani europei del progetto Youthquake di nuovo a Camporotondo di Fiastrone dopo aver percorso circa 160 km tra colline e borghi medievali.
Ben fatto ragazzi, siete stati grandi!

> Torna alla Prima Tappa <

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Youthquake - Tappa 7: Abbadia di Fiastra - Tolentino

"Si riparte dall’Abbadia di Fiastra e si risale sulle colline in direzione ovest, seguendo la dorsale che divide la Valle del Fiastrone da quella del Chienti, godendo così di un bel panorama su tutto il percorso svolto alle spalle.

Ci si riavvicina man mano alle principali vie di comunicazione lungo ciclabili e strade secondarie per arrivare, attraversando il Ponte del Diavolo, a Tolentino dopo aver percorso quasi 15 km.

Fortunatamente abbiamo evitato per un soffio il temporale!"

Prossime tappe:

  • 3 settembre - tappa 8: Tolentino – Serrapetrona – Articolo
  • 4 settembre - tappa 9: Serrapetrona – Belforte del Chienti - Caldarola – Camporotondo di Fiastrone – Articolo

> Vai alla Sesta Tappa <

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Youthquake - Tappa 6: Colmurano - Loro Piceno - Abbadia di Fiastra
Come al solito anche oggi sveglia alle 7:30, dopo una notte insonne a causa di un gruppo di cani che hanno voluto accogliere i nuovi ospiti con un concerto di "solo abbaio", i nostri ragazzi si preparano alla partenza dal comune di Colmurano, dopo un'abbondante colazione.

"La destinazione sarà la splendida Abbadia di Fiastra. Per arrivarci passeremo per le armoniose colline che circondano Loro Piceno. Il colpo d'occhio che si ha del castello di Brunforte ha lasciato tutti molto colpiti e affascinati tanto da fare moltissime foto e chiedere anche a qualche lorese info e notizie in merito.

Il pranzo si è svolto in una location unica come quella del Parco Archeologico di Urbisaglia, un pasto veloce e qualche minuto di pausa, poi dritti fino all'Abbadia.

Appena arrivati abbiamo subito allestito il "campo base" per poterci poi godere la visita all'Abbazia. Per tutto il percorso siamo stati accompagnati da un simpatico cagnolino partito con noi da Colmurano!

Alla fine della giornata per fortuna siamo riusciti a riconsegnarlo alla sua proprietaria. Poi una bella pizza per cena e... tutto è bene quel che finisce bene! Ora buonanotte a tutti!"

Prossime tappe:
  • 2 settembre - tappa 7: Abbadia di Fiastra – Tolentino – Articolo
  • 3 settembre - tappa 8: Tolentino – Serrapetrona – Articolo
  • 4 settembre - tappa 9: Serrapetrona – Belforte del Chienti – Caldarola – Camporotondo di Fiastrone – Articolo

> Vai alla Quinta Tappa <

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Youthquake - Tappa 5: San Ginesio - Colmurano
Quinta tappa del tour dei Monti Azzurri per i giovani europei del progetto Youthquake.

Partiti da San Ginesio la mattina presto, dopo una sosta a Ripe San Ginesio per pranzo, siamo arrivati a Colmurano percorrendo circa 15 km.

Accolti con molto calore dall'amministrazione comunale abbiamo salutato la nostra guida Alessandro che ci ha accompagnato in queste prime 5 tappe.
Al suo posto Mauro, guida ambientale e musicista eclettico che traghetterà la nostra ciurma fino alla fine del trekking.

Prossime tappe:

> Vai alla Quarta Tappa <

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Youthquake - Tappa 4: Sant'Angelo in Pontano - Gualdo - San Ginesio
La quarta tappa all'avventura del Progetto Youthquake ci ha portato a San Ginesio, paese medievale di rara bellezza, dove passeremo la serata e la notte. La giornata ha previsto una camminata di 18 chilometri e una sosta a Gualdo per il pranzo.

Prossime tappe:

> Guarda la Terza Tappa <

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Youthquake - Tappa 3: Monte San Martino - Penna San Giovanni - Sant'Angelo in Pontano

Terza tappa del viaggio dei nostri volontari europei con pizzata finale! 

"Siamo a Sant'Angelo in Pontano, dopo una tappa di 19 chilometri nella quale abbiamo visitato Penna San Giovanni, godendo di un panorama mozzafiato sui Monti Sibillini. Ora siamo accampati di fianco al campo di calcio del paese e prima di dormire ci stiamo gustando una meritata pizza."

Prossime tappe:

  • 30 agosto - tappa 4: Sant’Angelo in Pontano – Gualdo – San Ginesio – Articolo
  • 31 agosto - tappa 5: San Ginesio – Ripe San Ginesio – Colmurano – Articolo
  • 1 settembre - tappa 6: Colmurano – Loro Piceno – Abbadia di Fiastra – Articolo
  • 2 settembre - tappa 7: Abbadia di Fiastra – Tolentino – Articolo
  • 3 settembre - tappa 8: Tolentino – Serrapetrona – Articolo
  • 4 settembre - tappa 9: Serrapetrona – Belforte del Chienti - Caldarola – Camporotondo di Fiastrone Galleria – Articolo


> Vai alla Seconda Tappa <

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Youthquake - Tappa 2: Sarnano – Monte San Martino

Continua l'avventura dei giovani avventurieri con la seconda tappa... nonostante un po' di pioggia che li ha accompagnati lungo il percorso. 

"Siamo a Monte San Martino e dopo 19 km di camminata ci siamo rifatti gli occhi con i dipinti del Crivelli. Grazie al sindaco Matteo e a tutta l'amministrazione comunale per la disponibilità e l'accoglienza che ci hanno riservato".

Prossime tappe:

  • 29 agosto - tappa 3: Monte San Martino – Penna San Giovanni – Sant’Angelo in Pontano – Articolo
  • 30 agosto - tappa 4: Sant’Angelo in Pontano – Gualdo – San Ginesio – Articolo
  • 31 agosto - tappa 5: San Ginesio – Ripe San GinesioColmurano – Articolo
  • 1 settembre - tappa 6: Colmurano – Loro Piceno – Abbadia di Fiastra – Articolo
  • 2 settembre - tappa 7: Abbadia di Fiastra – Tolentino – Articolo
  • 3 settembre - tappa 8: Tolentino – Serrapetrona – Articolo
  • 4 settembre - tappa 9: Serrapetrona – Belforte del Chienti - Caldarola – Camporotondo di Fiastrone – Articolo

> Vai alla Partenza del Cammino <

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Progetto Youthquake: Prima Tappa - 27 agosto

Partiti!
Sono partiti ieri 27 agosto da Camporotondo di Fiastrone i ragazzi del Progetto Youthquake. 10 giovani volontari europei provenienti da Regno Unito, Spagna, Francia, Polonia, Turchia e Portogallo, di età compresa tra 18 e 25 anni.

Percorreranno, dal 27 agosto al 4 settembre, il cammino costituito da un lungo anello di 160 km suddivisi in 9 tappe, all’interno del territorio dell’Unione Montana dei Monti Azzurri, rappresentata dal Presidente dell’Unione Montana Giampiero Feliciotti che ha presenziato la partenza portando i saluti ai volontari. Nella seconda tappa di oggi gli escursionisti da Sarnano raggiungeranno Monte San Martino, il “paese della mela rosa”.

Un cammino, quello proposto da Youthquake, che è parte del Progetto “Rinascimento Appennino”. Le 9 tappe si snodano da Camporotondo di Fiastrone fino ad attraversare tutti i Comuni dell’Unione Montana: Sarnano, Monte San Martino, Sant’Angelo in Pontano, San Ginesio, Colmurano, Abbadia di Fiastra, Tolentino e Serrapetrona. Località colme di cultura e tradizione, con testimonianze storiche trasversali dal Risorgimento al Medio Evo, dalla Resistenza all’Impero romano. 

Un’iniziativa per raccontare in modo semplice e coinvolgente le meraviglie delle nostre splendide Marche.

Tutte le tappe del Cammino dei Passi Azzurri:

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Tolentino, la genuinità dell'entroterra marchigiano

Nel cuore delle Marche, presso la valle del fiume Chienti, Tolentino aspetta visitatori curiosi di immergersi nelle sue meraviglie. 

Dall'Antica Romana all'Unità di Italia
Come molti altri agglomerati urbani del centro Italia di questo tipo, nasce da un insediamento romano dell'area picena per poi diventare Comune nell'Alto Medioevo estendendo la sua influenza ai castelli limitrofi.
Per un breve periodo la Città appartiene agli Sforza per poi passare definitivamente sotto la giurisdizione.
La zona cittadina è ancora per larghi tratti delimitata dalle mura duecentesche che svettano imponenti sulla vallata. La tipica pianta comunale medievale conserva tutt'ora numerose meraviglie nelle sue piazze e soprattutto fra i vicoli.
Un Borgo da scoprire comodamente passeggiando.
Una piccola area cittadina che consente di essere esplorata con calma e comodamente a piedi. Molti gli scorci antichi ancora intatti. I pratici parcheggi appena fuori il centro abitato permettono di partire facilmente alla volta dell'esplorazione del Centro storico. 

La Basilica di San Nicola
Dedicata al frate agostiniano vissuto nella seconda metà del 1200 e che divenne Santo per le sue capacità taumaturgiche. Un santuario che vede gli albori della sua costruzione agli inizi del 1300, già prima della morte del Santo, ma arriva alla sua massima estensione nella metà del 1400.
Testimonianze pittoriche e architettoniche di questi secoli si ritrovano in tutto il complesso: dalla facciata in travertino al portale, che mescola gli stili gotico e rinascimentale, dal chiostro agostiniano più antico d'Italia agli affreschi devozionali.
La Basilica è stata riaperta nel 2018 dopo che il terremoto del 2016 l'aveva resa inagibile.
La tranquillità che regna in questo luogo è una delle massime espressioni della serenità che avvolge tutto il Comune e che permette un'osservazione rilassante al visitatore in cerca di un completo ma attraente relax.
Come ogni altro territorio appartenuto al regno pontificio del centro Italia, Tolentino ospita numerose luoghi di preghiera degni di interesse, che oltre alla fede degli abitanti raccontano lo scorrere del tempo attraverso gli stili artistici della propria epoca:

  • Duomo di San Catervo (patrono della Città)
  • Chiesa di San Francesco (stile romanico-gotico)
  • Chiesa del Sacro Cuore (stile romanico-gotico)

Il Teatro Nicola Vaccaj
Calandosi ancor più nella realtà tolentinate, si distingue una tra le costruzioni più ammirevoli. È della seconda metà del 1700 la progettazione e la realizzazione del Teatro Nicola Vaccaj, inaugurato proprio il giorno in cui il Paese festeggia il suo Santo (10 settembre 1997). A oggi questo edificio si presenta al di fuori con decorazioni neoclassiche e con scene mitologiche che ne delineano i palchi al suo interno. Il palco è stato calcato da diverse celebrità del passato come la musa di Gabriele d'Annunzio, Eleonora Duse, e Pietro Mascagni.
Nel 2018, dopo un restauro durato un decennio (dovuto a un incendio divamapto nel 2008), riapre le sue porte alla comunità, rendendo così possibile ammirarne il prestigio.

La Leggenda del Ponte del Diavolo
Mescolando dottrina religiosa e leggenda, fa parlare di sé, sin dalla sua erezione nel 1268, il Ponte del Diavolo, sul fiume Chienti, il cui mito ne fa risalire il nome all'accordo tra il costruttore, Mastro Bentivegna e il signiore degli inferi. La costruzione del ponte sarebbe stata talmente importante per Tolentino che il costruttore in difficoltà si rivolse a un'anziana signora, la quale gli prestò un libro di magia nera con cui il Mastro evocò l'essere fatale: il demonio in cambio del suo aiuto avrebbe chiesto in cambio l'anima del primo passante. Il Mastro, pentitosi, chiese aiuto a San Nicola, il quale si presentò all'inaugurazione con un cagnolino al guinzaglio: lanciata una forma di formaggio il cane si affrettò a rincorrerla e il diavolo, avvertita la presenza di un essere vivente lo catturò ancor prima di accorgersi di essere stato raggirato.

Il Castello della Rancia
Irrinunciabile durante la scoperta di questi luoghi suggestivi del contesto tolentinate è la visita al Castello della Rancia, a 7 kilometri dal Paese e alla sinistra del fiume Chienti, lungo la via Lauretana.
Questa affascinante costruzione fortificata, di valore storico e architettonico, si erge maestosa nel panorama marchigiano con le sue caratteristiche torri angolari, le particolari merlature ed il mastio (nucleo originario) che si innalza per circa 30 metri.
Tale imponente complesso, eretto nel XIV secolo su una precedente edificazione a opera dei monaci cistercensi, deriva il suo nome dal termine “grancia” (granaio), sua funzione primaria. Fu per volere del capitano generale della Chiesa nella Marca, Rodolfo II da Varano, che il complesso si trasformò da semplice magazzino in fortificazione, poiché egli ne intese l'importanza strategica a difesa della valle del Chienti.

La Leggenda di Rodolfo II da Varano
Ancora la leggenda si rende protagonista di questi paesaggi incantati: si narra che Rodolfo abbia murato viva all'interno del castello proprio sua moglie. Non se ne hanno testimonianze certe, ma tutt'ora il mistero aleggia per i corridoi.

Rievocazione storica della Battaglia della Rancia
Per incantare ogni sorta di spettatori, ogni tre anni, l'evento che attira visitatori da molti paesi vicini è la rievocazione storica della Battaglia della Rancia, svoltasi tra il 2 ed il 3 maggio 1815, in cui gli austriaci (comandati dal generale Bianchi) sconfissero Gioacchino Murat, Re di Napoli, che tentava di unificare l'Italia: è considerata la prima battaglia del Risorgimento italiano.
Ad ogni ricorrenza ardimentosi figuranti in abiti storici provenienti da tutta Europa ridanno vita alle suggestioni ottocentesche: il 2021 ospiterà la prossima celebrazione.
Il castello è sede anche dell'importante museo Civico Aristide Gentiloni Silverj e dell'esposizione della Compagnia Teatrale della Rancia ed è scenario, durante tutto l'arco dell'anno, di altre numerose manifestazioni culturali. 

MIUMOR, il Museo dell'umorismo nell'arte
Seguendo sulla scia dei musei, nel valore più coinvolgente ed allegro di tali luoghi, lo spirito  si rianima grazie al MIUMOR, il Museo dell'umorismo nell'arte, voluto nel 1970 da Luigi Mari, medico, artista ed ex sindaco del paese. Un tempio artistico che vanta la presenza di opere di celebri artisti.

Enogastronomia a Tolentino: Sapori e Saperi Antichi
Oltre allo spirito anche il corpo può ricevere conforto grazie alle numerose attività enogastronomiche che animano la vita di paese. Aromi e sapori tipici delle Marche vengono ben espresse dalla cultura rurale dei ristoratori e dei gestori di agriturismi che offrono prodotti semplici e genuini a chi avrà la fortuna di addentrarsi per queste terre ancora poco note al grande pubblico.

Il terremoto del 2016 ha messo a dura prova tale realtà dell'entroterra marchigiano, ma ad oggi la maggior parte delle attività, culturali e non, ha ripreso a pieno le sue normali funzioni.

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Colmurano, un gioiello incastonato nelle marche

Un circoscritto angolo di serenità ti attende nel cuore della campagna marchigiana.
Proprio così! Colmurano è il terzo comune più piccolo della provincia di Macerata, eppure nell'esiguità della sua superficie saprà generosamente regalarvi un grandioso respiro di pace e molti momenti di brio.

Panorama Naturale
È collocato su un dolce pendio collinare tra due rami del torrente Fiastra. La salita per raggiungerlo sarà premiata dal superbo paesaggio che si presenterà ai vostri occhi, ancorché, al suo interno, questo borgo sia molto comodo e pressoché pianeggiante. Soprattutto il lato orientale delle mura offre l'opportunità di godersi una passeggiata panoramica ispiratrice di sogni idilliaci.

La Porta di San Rocco
Il versante occidentale invece consente di ammirare la porta ogivale medievale di San Rocco del 1200, un tempo dotata di ponte levatoio, perfettamente conservata. Lo sguardo potrà dunque spaziare dai monti Sibillini al mare Adriatico soffermandosi di tanto in tanto sugli armoniosi declivi dove si alternano seminati e vigneti.

Il terremoto del 2016 non ha risparmiato questo fazzoletto di terra, ma a oggi le aree sono tutte completamente accessibili e sicure.

Breve Storia di Colmurano
Questo borgo ha un aspetto tipicamente medievale, ma la sua storia, da molti ritenuta esordiente dopo la distruzione della romana Urbs Salvia nel 409 ad opera di Alarico, risale in realtà addirittura ad un epoca antichissima: è stato stimato che il primo insediamento umano risalga addirittura al Paleolitico medio; in seguito tale nucleo ha seguito tutto il percorso degli insediamenti dell'Italia centrale, colonizzati inizialmente da civiltà pre-romane ed infine da Roma stessa.

Le Origini di Colmurano
Il medesimo nome Colmurano è probabilmente un toponimo derivante dalla composizione di “colle” e dalla radice nominale di uno schiavo liberato, Murrius o Murris, divenuto proprietario di queste terre (per questo è stato aggiunto il suffisso -anus).
Ha quindi origine da qui la sua storia più nota, quella che vede questo luogo prima come un comune indipendente, poi un feudo della famiglia Da Varano di Tolentino e quindi annessione allo Stato Pontificio. 

Armonia dei Sensi
Le passeggiate possono svolgersi nella completa tranquillità del borgo e concederanno sollievo al vostro spirito; i luoghi di maggior interesse storico e religioso sono facilmente raggiungibili a piedi e si offriranno ai vostri occhi donandovi una piacevole sensazione di benessere.

Le Mura Trecentesche
Le mura difensive trecentesche, provviste di bastioni e torrione, culminanti con Porta San Rocco, costituiscono una delle affascinanti attrattive per gli animi sensibili alla storia antica. Poste a difesa del comune alla stregua di una rocca, incastonano ancora oggi questo piccolo gioiello urbano e raccontano favole di epoche passate.

La Chiesa della Santissima Annunziata
Al 1200 risale la chiesa della SS.ma Annunziata che si presenta alla vista con un solenne portale romanico decorato in pietra che orna la facciata in cotto. Al suo interno è possibile ammirare il presepio affrescato del maestro Giovanni Andrea De Magistris, risalente alla seconda metà del 1500.

La Chiesa della Loggetta
La secentesca Chiesa di San Rocco o della Loggetta è posta sotto il portico del palazzo comunale: si tratta di una graziosa cappella sormontata da una piccola cupola a spicchi.

La Chiesa Parrocchiale di San Donato
Ultimo ed imperdibile luogo pieno di storia e di culto è la chiesa parrocchiale di San Donato, patrono del paese, che conserva reliquiari contenenti una piccola Croce ed una Sacra Spina.

La Fonte Allungo Affrescata
Un affresco della Madonna con Bambino adorna invece la Fonte Allungo, per molto tempo adibita a lavatoio pubblico, per le originali fonti medievali. Questo luogo, distante circa un chilometro dal centro storico, oggi attende raffinati estimatori di angoli caratteristici ed il dipinto, testimone silenzioso delle epoche susseguitesi, saprà rapire i vostri pensieri.

Natura e Attività
Sebbene non sia provvisto di musei o biblioteche, questo paese immerso nella verdeggiante campagna marchigiana è un ottimo punto di inizio per partire all'esplorazione della Riserva naturale Abbadia di Fiastra, contenente la chiesa e il piccolo lago delle Grazie.

Non dimentichiamo che la pista ciclabile ed i vari parchi pubblici offrono la possibilità di attività rilassanti ma stimolanti al contempo. Inoltre le genuine strutture recettive, come l'hotel, i bar e i ristoranti, sono pronte a rendere uniche e confortevoli le giornate colmuranesi.

“ARTISTRADA”, Festival degli Artisti di Strada (www.artistrada.it)
Al di là della sua incantevole storia, Colmurano è ben nota al pubblico di tutte le età, sia nel maceratese sia molto al di fuori, per le numerose feste popolari che si svolgono per tutto l'arco dell'anno, tra le quali, la più conosciuta è certamente “Artistrada”, il festival annuale degli artisti di strada che si svolge nel mese di luglio: acrobati, giocolieri e maghi provenienti da tutto il mondo vivacizzano il centro abitato affollato da occhi sorpresi.
È sicuramente un modo inconsueto di presentare una città dalle fattezze tipicamente antiche, ma il contrasto ossimorico risulta vincente, tanto che si contano più di venti edizioni di questa manifestazione, divenuta ormai tradizione. Gli sguardi incantati di bambini e adulti che osservano le prodezze dei saltimbanchi e la magia degli spettacoli riempiono l'animo di gioia.

“PIZZAGRA”
Durante tale  festival non manca la cosiddetta “Pizzagra”, la Sagra della Pizza, che approfittando della concomitanza degli eventi, contribuisce ad animare le vie comunali e a soddisfare i palati più golosi.

“MAGICABULA”
Questa è un'altra festa certamente degna di nota. Rivolta per lo più ai bambini, assicura divertimento associato ad attività formative e si snoda anch'essa per il centro storico.

Scorci di storia ed occasioni di allegria
Dunque cosa rimane da dire? La frizzante partecipazione alla vita ed alle manifestazioni di Colmurano è alla portata di tutti.
Scorci di storia ed occasioni di allegria ti attendono. Anche il tuo palato sarà catturato dalle bontà enogastronomiche tipiche delle Marche e il tuo animo sarà rasserenato dalla quiete paesana.

Cosa ti offre Colmurano in sintesi

    • Porta di San Rocco
    • Mura trecentesche
    • Chiesa SS. Annunziata
    • Luoghi di culto
    • Fonte Allungo
    • Panorama verdeggiante
    • Vie e vicoli medievali pianeggianti
    • Parchi pubblici
    • Pista ciclabile
    • “Artistrada”
    • “Pizzagra”
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Gualdo, elegia della storia

Gualdo Borgo Medievale

Questo sobrio capolavoro nella provincia di Macerata ha origini antiche. Il comune di Gualdo si presenta alla vista come un borgo tipicamente medievale; i resti delle remote fortificazioni trecentesche suggeriscono un glorioso passato che saprà condurre la fantasia dei visitatori attraverso emozioni recondite.
Circondato dai Sibillini, sembra ergersi come un arcaico guerriero sulle valli circostanti come a controllare la suggestiva vista dei monti che lo attorniano. Conquistare queste vedute dona allo spirito sensibile un inaspettato senso di trepidante pienezza.

Vestigia del passato

La commovente emozione che suscitano i resti delle varie torri - oggi ridotte a spogli frammenti - un tempo appartenenti alle fortificazioni antiche, è quasi impossibile da descrivere: soltanto un elegiaco cammino nei pressi di questa incantevole cittadina può far comprendere ciò che le parole non riescono ad esprimere.

L'origine di Gualdo

L'edificazione di Paese risale probabilmente all'epoca immediatamente successiva alla rovina di Urbisaglia e Falerone, i cui signori, per sfuggire al massacro, riparano nei pressi di questi monti e cominciano a costruire castelli sulle alture per difendersi dagli attacchi. La zona era ricoperta quasi interamente da bosco, “wald” in longobardo: da qui infatti deriverebbe il nome.

La fortezza viene venduta nel XIV secolo alla città di Fermo.
Interviene quindi lo Stato Pontificio a dirimere la questione dei confini. Ciononostante queste terre non hanno mai avuto davvero pace in quanto è davvero esigua la distanza col comune di San Ginesio (altro comune che sarebbe doveroso visitare) e dato che il confine valica le diocesi di Camerino e Fermo.

Viaggio nei luoghi di culto

Il cammino tra le chiese, al contempo luoghi di culto e monumenti storici, appartenenti alle varie epoche, elargisce un dono prezioso: il transito indisturbato tra le stagioni del passato.

    • La parrocchiale di San Savino, edificata del corso del 1300, poi ricostruita nell'Ottocento ed infine restaurata nel '900, si propone col suo stile neoclassico-ionico a croce greca.
    • La chiesa della Madonna delle Grazie appartiene al XII secolo; adiacente ad essa c'è il Convento Francescano del XVI secolo: di rilievo il chiostro, con le sue dodici ampie arcate ed il pozzo centrale. 

La meditazione e l'indagine di sé non vengono minimamente perturbate in questi luoghi di quiete e armonia.

Natura incontrastata

Padrona di tutto l'insieme è la natura. La si nota principalmente nel Viale Vittorio Veneto - che, grazie ai suoi imponenti ippocastani, offre frescura d'estate, costituisce un punto di ritrovo e concede silenzio per letture e passeggiate - e  nel complesso del parco cittadino che ospita anche una pista di pattinaggio e vari giochi per bambini.

Enogastronomia

Gualdo saprà conquistare il vostro palato grazie alla tipica produzione di formaggi ed altri articoli caseari, nonché a ragione della ricca tradizione enogastronomica.
Inoltre la grandissima vicinanza con gli altri comuni della zona costituirà un enorme stimolo all'esplorazione dell'intera area rurale maceratese.

Cosa ti offre Gualdo in sintesi

    • Fortificazioni trecentesche
    • Torri medievali
    • Storia
    • Luoghi di culto e preghiera
    • Percorsi nella natura
    • Tipicità enogastronomiche marchigiane 
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San ginesio, una visione d'insieme

Il Balcone dei Sibillini 

Un panorama eccezionale che permette allo sguardo di spaziare dal Conero - che si tuffa nell'Adriatico - all'Appennino marchigiano: una delle caratteristiche che rendono unico San Ginesio.
Adagiato sul colle Esculano e disposto verso l'alto, permette alla vista di dominare lo spazio circostante come a disegnare con la mente un dipinto che tutto circonda.
Il Paese freme per l'esigenza di dare bella mostra di sé a partecipanti più che a turisti: tale è infatti la sua vivacità artistica e intellettuale che il viaggiatore non potrà fare a meno di essere risucchiato in un turbinio di emozioni esaltanti.

Origine e Patrono di San Ginesio
La Città prende il nome dal suo patrono, Lucio Ginesio, attore, musico e mimo dell'epoca di Diocleziano, il quale lo condannò alla pena capitale, in quanto, sebbene avesse a lungo schernito i cristiani con i suoi spettacoli, si convertì repentinamente alla loro fede: aneddoto questo che si pone come peculiare presupposto alla scoperta della città. Le spoglie del Santo, protettore ovviamente dei mimi e degli attori, sono custodite nella chiesa della Collegiata, cattedrale trecentesca del paese in stile gotico fiorito, prestigiosa scenografia che prelude alla pervasione dei sensi.

Uno dei Borghi più Belli d'Italia
Questo borgo tipicamente medievale, nonostante la chiara origine romana con pianta a croce, riceve ogni anno la bandiera arancione da parte del Touring Club Italiano e non a caso è stato inserito nel circuito dei Borghi più belli d'Italia.

Facile da visitare a piedi
San Ginesio è facilmente raggiungibile grazie alle comode vie di comunicazione, la città è largamente accessibile a persone con disabilità e offre la possibilità di essere visitata totalmente a piedi. Nell'ottica di un turismo frizzante quantunque rilassante, queste prerogative saltano agli occhi di chiunque.

Le Mura Trecentesche di San Ginesio
Il primo impatto visivo con il profilo del comune avviene tramite le possenti mura castellane trecentesche in pietra arenaria, che culminano nella Porta Picena, emblema imponente che spicca nella cinta muraria e fra le torri ancora abbondantemente integre poste a difesa del castello: è davvero impossibile non rimanere affascinati da tale maestosità.
Inoltre altre ben tre delle originarie otto porte di entrata all'originale rocca sono ancora intatte ed ammirabili.

L'ospedale dei Pellegrini
La generosità del comune di San Ginesio è testimoniata impeccabilmentedall'Ospedale dei Pellegrini o di San Paolo, risalente al 1300. Si tratta di una delle domus hospitales che davano riparo e ristoro ai forestieri in pellegrinaggio verso i santuari di Roma o Loreto.
Una costruzione che presenta un portico con colonne basse ed un doppio grado di archi in pietra. Lo spirito munifico dei ginesini è rimasto inalterato nel corso dei secoli; potrete ritrovare la stessa ospitalità nelle valide strutture recettive sparse per il paese.

I Luoghi di Culto
Certamente degne di nota e da visitare sono le chiese di:

    • San Francesco
    • San Gregorio
    • Santa Maria in Vepretis
    • Santi Tommaso e Barnaba
    • San Michele

La forte identità dei monumenti citati non scoraggia l'immaginazione e la curiosità di coloro che dimostrano voglia di addentrarsi nei loro meandri.

Il Monumento dedicato ad Alberico Gentili
Opera più recente, novecentesca, ma ugualmente apprezzabile è la statua dedicata al giurista ed umanista Alberico Gentili (nativo del posto) - ad opera dello scultore Giuseppe Guastalia - la quale accoglie i visitatori che si affacciano sulla piazza: essa dà il benvenuto a chi avrà la volontà di scoprire notizie sulla storia dell'uomo che raffigura e sulle bellezze antiche dell'insieme.

Come ampiamente descritto fin qui, la storia ammanta del suo fascino questo paese. Per renderle omaggio gli abitanti di San Ginesio organizzano rievocazioni ed eventi.

Le Rievocazioni Storiche
Impossibile non citare la manifestazione triennale denominata “Il ritorno degli esuli”, che mette in scena il rimpatrio di trecento ginesini, i quali nel 1450 vennero esiliati per dieci anni con l'accusa di voler restaurare la monarchia e che furono costretti a trovare rifugio a Siena, dove si arruolarono e si distinsero a tal punto che alcuni ambasciatori senesi giunsero nel loro paese natio a perorare la loro causa, permettendogli così di tornare a casa.
Invece con cadenza annuale, nel mese di agosto, ha luogo la rievocazione della “Battaglia della Fornarina” per ricordare l'assalto dei fermani del 1377, sventato all'allarme dato, per l'appunto, da una fornarina. Nei giorni seguenti si assiste così alla “Medievalia”, una settimana per rivivere le atmosfere medievali con ricchi allestimenti, preparazioni di taverne e sfide tra i quattro rioni del comune (Porta Ascarana, Offuna, Picena e Alvaneto) nel Palio di San Ginesio: tiro con l’arco e con la balestra, corsa e spada, palio degli anelli ed infine palio della Pacca.

Il Parco Cittadino
Poco al di fuori del nucleo centrale, vicino all’Ospedaletto dei Pellegrini, si trova il Parco della Rimembranza, luogo nato per ricordare i caduti delle guerre mondiali ma anche piacevole e ameno angolo dove rilassarsi e ritrovarsi all’ombra di enormi alberi.
Molteplici sono i percorsi da seguire, ma consigliamo caldamente di farsi guidare dall'istinto, sicuri che San Ginesio saprà offrire in ogni suo scorcio incantevoli luoghi di interesse, stupende opere artistiche e occasioni di svago.

Cosa ti offre San Ginesio in sintesi

    • “Balcone dei Sibillini”
    • Bandiera arancione del Touring Club Italiano
    • Chiesa della Collegiata
    • Cinta muraria
    • Ospedale dei Pellegrini
    • Luoghi di culto
    • Statua di A. Gentili
    • Rievocazioni storiche: “Il ritorno degli esuli” - “Battaglia della Fornarina” - “Medievalia”
    • Parco della Rimembranza 
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Penna San Giovanni, un solitario che risplende

Posizione

Questo comune del maceratese al confine col territorio fermano conta poco più un migliaio di abitanti ed è adagiato sul crinale di un monte a 630 metri di altitudine. Dalla sua posizione domina le valli circostanti - dove passano i fiumi Salino e Tennacola - e dista all'incirca una quindicina di kilometri da Fermo, da Macerata e da Ascoli Piceno.

Proprio il nome Penna, di probabile origine celtica e sinonimo di suprema altura, ne sottolinea immediatamente la predominanza di quota sui comuni limitrofi. Questa peculiare ubicazione gli consente di svettare sugli altri comuni, dominando l'intera zona dagli Appennini alla costa adriatica, e di farsi quindi riconoscere da lontano.

Difatti tutt'intorno la tipica campagna marchigiana, composta da dolci colline ed ampie vallate dominate dal verde, fa da cornice a questo prezioso eremo che si erge come una gemma su un anello.

Breve storia

L'antichità ha voluto intitolare il posto a San Giovanni Battista, cui è stato dedicato un primo tempio sulla sommità del monte.

Le origini del luogo risalgono sicuramente al periodo romano, di cui se ne apprezza l'iscrizione latina sulla facciata della chiesa di Sant'Antonio Abate.

Gli avvenimenti di questo ameno angolo di paradiso proseguono nel periodo medievale quando viene a trovarsi sotto la giurisdizione di conti e feudatari.

Il definitivo passaggio dalla signoria pennese alla cittadinanza è sancito da uno storico patto, firmato da più mani, che lo dona agli abitanti i quali lo rendono effettivamente un Comune nel 1248. I nobili hanno così ceduto il passo alla comunità nascente che lo conduce ai massimi splendori che conoscerà in seguito.

Paesaggio

Queste righe fanno da evidente preludio allo spettacolare panorama che si presenterà ai tuoi occhi una volta che avrai percorso le sinuose strade che lo raggiungono.

Le vedute sugli scenari circostanti si possono apprezzare a 360 gradi da tutti gli angoli della città ed offrono di volta in volta scorci irripetibili, incantevoli e mai banali.

Ovviamente l'aria salubre che si accompagna alle preziosità artistiche ed architettoniche, pur molto presenti, è di interesse preponderante per il visitatore che cerca momenti di sano svago dalla frenetica vita cittadina. La possibilità di godersi piacevoli passeggiate tra le curiosità tipiche attira ogni anno moltissimi visitatori.

Non solo le vie paesane, consistenti di salite e discese, ma anche i parchi pianeggianti offrono occasioni di vario tipo per le escursioni.

Parco Monte, ad esempio, è al fondo di un viale ed è immerso nella vegetazione. Si apre sui Sibillini e dalla sua veduta si scorgono terrazzamenti, resti di antiche lavorazioni ed una pluralità di spettacoli mozzafiato.

Resti archeologici

È impossibile tuttavia non menzionare anche le incantevoli attrattive che la comunità pennese ha prodotto.

La cinta muraria è parzialmente conservata, le rovine della rocca distrutta dai cittadini stessi per proteggere la libertà ottenuta nel medioevo sono ancora visibili e i resti della torre di avvistamento, che rimangono tutt'ora apprezzabili, sono i testimoni più evidenti del glorioso passato.

In loro aggiunta Porta Marina è l'ingresso che accoglie per primo gli ospiti ed è talmente seducente il suo incanto che riesce a celare la salita che le procede. Il visitatore più circospetto invece può seguire con l'auto tutto il percorso delle mura e parcheggiare quasi in centro, arrivando comodamente alla mèta.

Come tutti i borghi marchigiani il comune è costellato di edifici consacrati che fioriscono o che vengono esaltati una volta che l'influenza pontificia contagia anche questo luogo.

La Pieve di San Giovanni, dedicata al patrono, è stata costruita su una chiesa più antica e si pone sulla piazza davanti al palazzo comunale. Risale alla metà del 1200 ma fregi barocchi risalenti al XV secolo la impreziosiscono ulteriormente. Al suo interno si apprezzano statue settecentesche oltre a quella quattrocentesca in legno di cedro del Santo, affreschi più o meno antichi ed altari dorati.

La chiesa di San Francesco, con l'attiguo convento, è quattrocentesca ed ornata da affreschi del tempo. Il coro ligneo duecentesco dietro l'altare maggiore e i fregi barocchi fanno da cornice ai momenti di introspezione personale che la spiritualità di tale luogo suscita.

La chiesa di Santa Filomena a navata unica rimanda alle innumerevoli cappelle secondarie che si ritrovano in ogni borgo marchgiano.

Il paese si snoda sinuosamente in più o meno accentuati saliscendi. Una volta goduti i punti di interesse del centro storico conviene ridiscendere per le vie cittadine.

In questo modo, verso la parte bassa del paese potrai imbatterti nel Teatro Comunale, interamente ligneo, risalente alla fine del Settecento in stile barocco e restituito nel suo splendore alla cittadinanza verso la fine fine del secolo scorso.

Segue poi la trecentesca Portarella, un arco murario dove si possono ancora apprezzare le tracce dell'affresco originario.

Nei pressi del torrente Salino, a valle, si trova l'area delle saline dove era possibile estrarre il sale dalle Saline Pontificie. Questa area è stata volta alle cure termali già nel diciannovesimo secolo e, sebbene tale iniziativa si sia arrestata a causa della seconda guerra mondiale, il progetto sta riprendendo piede ai giorni nostri.

Occasioni importanti

Questo borgo è irrinunciabile mèta estiva degli abitanti dei comuni circostanti e di visitatori anche lontani.

Nelle altre stagioni diventa accogliente punto di interesse per chi vuole ritagliarsi un momento di puro relax tra le vie di un borgo antico.

Impossibile poi non accennare ai momenti più tipicamente festìvi dell'anno: è davvero suggestivo raggiungere il borgo in occasione del veglione di capodanno, quando Penna San Giovanni si anima di tantissimi visitatori. In tale momento si apprezza la compagnia delle famiglie e degli amici che affittano per qualche giorno le case del borgo e che, dopo aver gustato le delizie marchigiane, si godono lo spettacolo pirotecnico.

In breve

La collocazione, gli scorci e la purezza dell'ambiente rendono Penna San Giovanni un incantevole destinazione sia per chi vuole godersi momenti di riposo sia per chi vuole farne un punto di partenza per passeggiate stimolanti ed avventurose.

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