Penna San Giovanni sorge a circa 650 m di altezza, sul confine meridionale del territorio dell’Unione Montana dei Monti Azzurri. Il piccolo borgo, con la tipica atmosfera serena  delle colline marchigiane, ha storicamente una sua peculiarità dovuta alla presenza nel suo territorio della “fabbrica del sale”.

Dai reperti archeologici si fa risalire la sua origine all’epoca romana quando qui sorgeva un villaggio legato alla non lontana Faleria. Le fortificazioni risalgono all’epoca medievale quando i signori locali realizzarono la struttura urbanistica difensiva. Nel 1259, al tempo dell’occupazione di Manfredi, gli abitanti del borgo distrussero la Rocca  a seguito di una ribellione e la fortezza fu poi ricostruita alla metà del ‘300 dai Varano che avevano nel frattempo preso il controllo del borgo per conto del Cardinale Albornoz. A parte una breve parentesi nella metà del sec. XV (fu tenuta per due decenni da Francesco Sforza insieme con molti altri castelli vicini) Penna rimase sotto il dominio della Chiesa fino alla fine dello Stato Pontificio. Del periodo medievale il centro conservava alcuni tratti della cinta muraria e, sulla cima del colle, i resti di una torre della originaria Rocca in cui si apre uno stretto cunicolo all’interno del quale, dice la leggenda, si nascondono una gallina d’oro e i suoi pulcini.

Nel palazzo Municipale sono conservati reperti di epoca romana ed una interessante tavola (molto probabilmente un trittico privato delle cornici) raffigurante la Madonna tra San Rocco, San Sebastiano, Sant’Apollonia e San Giovanni che viene attribuita all’ambito dei Crivelli.

 

La vera peculiarità di Penna San Giovanni, per la verità poco conosciuta anche in regione, è quella che lega la storia di questo piccolo comune al sale. Perdendosi per una delle sue contrade, a pochi chilometri  dal centro storico, si arriva infatti a Villa Saline, il cui territorio si estende fino alle sorgenti dell’omonimo fiume Salino. Villa Saline fu annessa al demanio della Santa Sede Apostolica, cui Penna fu sempre fedelissima, nel 1292 e qui si stabilì quella che potremmo chiamare la “fabbrica del sale”. A fine dell’ottocento vennero scoperte le proprietà curative di queste acque naturali ma con il sopraggiungere della guerra  da li a pochi anni si mise fine all’ antico sfruttamento delle sorgenti.

Oggi Villa Saline e tutto il suo parco hanno assunto un’atmosfera leggermente decadente che forse donano all’area un fascino ancora maggiore. Accompagnati dal rumore costante dell’acqua che scorre si può ammirare l’ imponente ponte che si innalza sugli originari “pozzi” di estrazione del sale, tra cui il “Pozzo Poderoso”, così chiamato per la sua estrema profondità. 

Alla presenza del sale nelle acque dei torrenti di Penna è anche legata una “battaglia” secolare tra gli abitanti del luogo e le varie istituzioni che nel corso dei secoli hanno amministrato il territorio. I contadini infatti ottenevano infatti “abusivamente” il sale facendo bollire l’acqua dei torrenti ed evitando di pagare le tasse dovute al suo acquisto, questo conflitto combattuto a colpi di arguzia da parte dei contadini e carte bollate da parte delle amministrazioni andò avanti fino alla seconda guerra mondiale.

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